Il 21 agosto è scattato l’obbligo di installare i nuovi tachigrafi intelligenti, che però non sono ancora stati prodotti. Nell’incertezza generale i singoli Stati europei si muovono per affrontare il problema.
IL PROBLEMA
Il 21 agosto 2023 è scattato l’obbligo di installazione della nuova versione del tachigrafo intelligente “Gen. 2” su tutti i veicoli di nuova immatricolazione con massa superiore a 3,5 tonnellate.
Il nuovo modello sostituisce quello introdotto nel 2019 ma a causa di ritardi nella produzione la relativa fornitura non è riuscita a rispettare la data del 21 agosto e tutt’ora restano praticamente irreperibili.
Attualmente, dunque, è impossibile installare un tachigrafo a norma sui veicoli di nuova immatricolazione e si necessiterebbe di un intervento legislativo che proroghi il termine tenendo conto di questi ritardi.
Dato che l’obbligo deriva da un Regolamento europeo i singoli Stati membri non hanno potere di diretta modifica ma si richiede un intervento degli organi europei, che tarda ad arrivare.
IRU – ORGANIZZAZIONE MONDIALE AUTOTRASPORTO
Nell’incertezza generale si è mossa l’IRU (International Road Transport Union), organizzazione internazionale che opera nel settore del trasporto su strada e che ha contattato la Commissione Europea evidenziando il problema e chiedendo una pronta soluzione.
Con una lettera del 17 agosto 2023 è stato formalmente chiesto di concedere un periodo di tolleranza permettendo l’installazione dei tachigrafi intelligenti di vecchia generazione almeno fino alla fine del 2023.
Nella lettera si chiede inoltre di stabilire che le autorità di controllo non possano sanzionare l’installazione sui veicoli di nuova immatricolazione di tachigrafi intelligenti della precedente generazione.
In caso contrario lo scenario che si presenterebbe sarebbe quello di un blocco delle immatricolazioni, con tutte le conseguenze sul funzionamento dei trasporti e del commercio.
LA CIRCOLARE ITALIANA
Di fronte all’inerzia degli organismi europei l’Italia si era già attivata per affrontare il problema. Il Ministero dell’interno, con Circolare del 9 di agosto, aveva preso atto del problema e stabilito un provvisorio regime di tolleranza, fino al 30 settembre 2023.
I PROVVEDIMENTI DEGLI ALTRI STATI EUROPEI
Oltre l’Italia anche Germania, Francia, Spagna e altri Stati europei si sono mossi, ciascuno in maniera autonoma e con provvedimenti interni dall’efficacia inevitabilmente limitata al proprio territorio nazionale.
In conclusione, sebbene ciò sia un passo positivo è chiaro come sia necessaria un’armonizzazione a livello europeo e che la situazione attuale è dominata da troppa incertezza e frammentazione, con tutti i rischi del caso.